Via spinogenesi un nuovo meccanismo di apprendimento

 

 

DIANE RICHMOND

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XIX – 11 giugno 2022.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]

 

Le basi neurobiologiche dell’apprendimento costituiscono da sempre un campo di intensa attività, nel quale le scoperte – basti solo pensare ai meccanismi della memoria a breve e lungo termine o ai fenomeni di LTP e LTD – hanno rappresentato un progresso fondamentale per tutte le scienze biologiche, tracciando percorsi di conoscenza costellati da Premi Nobel. L’impegno di numerosissimi gruppi di ricerca delle più prestigiose istituzioni scientifiche ha portato a un continuo aggiornamento delle nuove acquisizioni e, anche in ambiti in cui alcuni processi e meccanismi sono da molto tempo delucidati e confermati, c’è un lento ma continuo crescere dei dati, il cui accumulo prepara poi transizioni verso nuove concettualizzazioni.

L’apprendimento, prendendo ad esempio l’apprendimento motorio, la cui struttura paradigmatica è conservata nell’evoluzione dei mammiferi nel profilo molecolare, cellulare e dei sistemi neuronici, induce la formazione di nuove sinapsi eccitatorie, attraverso un processo che si riconosce dalla formazione di nuove spine dendritiche. Tale processo è indagato in molti istituti neuroscientifici, ma le sue proprietà rimangono fino ad oggi ignote. A far luce hanno pensato Nathan G. Hedrick e colleghi coordinati da Takaki Komiyama, che hanno studiato la corteccia motoria di topo durante l’apprendimento motorio, riuscendo a definire una cornice neurobiologica per la formazione, la sopravvivenza e l’attività funzionale di nuove spine dendritiche prodotte dall’esperienza e necessarie per le nuove memorie esecutive.

(Hedrick N. G., et al., Learning binds new inputs into functional synaptic clusters via spinogenesis. Nature Neuroscience – Epub ahead of print doi: 10.1038/s41593-022-01086-6, 2022).

La provenienza degli autori è la seguente: Neurobiology Section, Division of Biological Sciences, University of California, San Diego, La Jolla, CA (USA); Center for Neural Circuits and Behaviour, University of California, San Diego, La Jolla, CA (USA); Department of Neurosciences, University of California, San Diego, School of Medicine, La Jolla, CA (USA); Halicioglu Data Science Institute, University of California, San Diego, La Jolla, CA (USA); University of California, San Diego, La Jolla, CA (USA); University of California, San Diego, La Jolla, CA (USA); University of California, San Diego, La Jolla, CA (USA); National Center for Microscopy and Imaging Research, University of California, San Diego, La Jolla, CA (USA).

L’apprendimento è parte integrante della vita degli organismi e la semplice interazione con l’ambiente ne rappresenta il presupposto: le cellule eccitabili reagiscono agli stimoli e la conservazione della risposta è già un apprendimento, ma convenzionalmente si impiega un criterio che caratterizza e circoscrive questo campo di indagine nato in seno alla neuropsicologia. Per apprendimento si intende un processo di acquisizione di conoscenza del mondo dal quale deriva un cambiamento comportamentale, mentre per memoria si intende il processo mediante il quale la conoscenza è codificata, immagazzinata e rievocata. Come si può facilmente notare, si tratta di una distinzione che deriva dalla neuropsicologia, anche se è stata estesa alla neurobiologia[1].

Le spine dendritiche sono piccole protrusioni della cellula nervosa sporgenti dal profilo dei dendriti e costituenti il principale compartimento post-sinaptico nelle giunzioni eccitatorie. Le spine dendritiche cambiano in numero, forma e dimensione durante la vita, e tali cambiamenti sono stati posti in relazione con la formazione e la riorganizzazione delle reti neuroniche necessarie all’apprendimento e alla memoria.

Siccome le spine dendritiche nel cervello sono circondate da un importante microambiente costituito da cellule viciniori e matrice extracellulare, la loro protrusione richiede lo sviluppo di forza meccanica per premere contro queste strutture e ottenere l’eruzione dell’estroflessione del nevrilemma con il suo contenuto. È stato anche studiato l’effetto della forza meccanica di eruzione sulle cellule vicine. Si può osservare che un processo di così grande costo energetico deve necessariamente produrre un grande vantaggio evoluzionistico per essersi affermato. Recentemente sono state identificate proteine BDP (BAR-domain protein) quali protagoniste del processo di deformazione della membrana che avvia la formazione delle spine. Inoltre, le forze per l’estensione dei fillopodi dendritici e per l’espansione delle spine indotta dall’attività, si è visto che sono generate attraverso la cooperazione tra la polimerizzazione dell’actina e il clutch coupling[2].

Nathan G. Hedrick e colleghi hanno usato l’imaging bifotonico longitudinale in vivo e hanno integrato le informazioni ottenute con questa metodica con quelle della microscopia elettronica delle spine dendritiche dei neuroni studiati nella regione motoria della corteccia cerebrale di topo, durante sessioni di apprendimento motorio.

Gli elementi morfologici e i dati raccolti dai ricercatori indicano che la formazione di nuove spine dendritiche durante la registrazione dell’esperienza di movimento è guidata dal potenziamento di spine pre-esistenti raccolte in raggruppamenti o grappoli funzionali ed esibenti attività associata al compito sperimentale durante le prime sessioni di apprendimento. Nathan G. Hedrick e colleghi presentano chiare evidenze che questo potenziamento di raggruppamenti funzionali è direttamente responsabile della promozione della crescita locale di fillopodi multipli emergenti dai dendriti più prossimi, localmente testando e campionando il neuropilo adiacente per potenziali partner assonici, probabilmente via targeting di preesistenti bottoni presinaptici.

A questo punto, i ricercatori descrivono un tipico meccanismo edelmaniano di selezione competitiva con sopravvivenza delle sinapsi funzionalmente migliori e, dunque, darwinianamente più adatte: le giunzioni formatesi con successo erano poi selezionate per la sopravvivenza in base alla co-attività con spine vicine associate al compito, assicurandosi che le nuove spine formate preservassero il raggruppamento funzionale. La risultante attività localmente coerente delle nuove spine segnala il movimento appreso.

I ricercatori hanno poi accertato un dato di notevole rilievo: la maggioranza delle nuove spine dendritiche, generate per effetto dell’apprendimento, formava sinapsi con terminali assonici in precedenza assenti, cioè non rappresentati in quel particolare dominio dendritico.

In conclusione, l’apprendimento richiede il legame di flussi di nuova informazione a raggruppamenti sinaptici funzionali al fine di sostenere i comportamenti acquisiti.

 

L’autrice della nota ringrazia la dottoressa Isabella Floriani per la correzione della bozza e invita alla lettura delle recensioni di argomento connesso che appaiono nella sezione “NOTE E NOTIZIE” del sito (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA”).

 

Diane Richmond

BM&L-11 giugno 2022

www.brainmindlife.org

 

 

 

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[1] Schacter e Wagner, che trattano il capitolo dedicato a memoria e apprendimento nei Principles of Neural Science di Kandel e colleghi, introducono nelle neuroscienze questo criterio neuropsicologico, cioè derivato dagli studi anatomo-clinici neurologici e autoptici sull’uomo. In passato, la neurobiologia concepiva questi due concetti sul modello dell’apprendimento condizionato dell’Aplysia di Kandel e non implicava il concetto di conoscenza (knowledge), che indica il sapere astratto umano, per riferirsi all’acquisizione di un automatismo riflesso.

[2] Minegishi T., et al. Mechanical regulation of synapse formation and plasticity. Semin Cell Dev Biol – AOP doi: 10.1016/j.semcdb.2022.05.017, Jun 1, 2022.